Parco Naturale Alpe Veglia

Istituito con legge approvata dal Consiglio Regionale del Piemonte il 4 marzo del 1995, il Parco Naturale dell'Alpe Veglia e dell'Alpe Devero, con la zona di salvaguardia che lo precede (Preparco) è costituito da due ampie conche di origine glaciale, al lembo occidentale delle Alpi Lepontine: l'Alpe Veglia e l'alpe Devero.  sito: parco.alpe.veglia.devero

Diviso amministrativamente tra i comuni di Varzo, Trasquera, Baceno e Crodo, il territorio protetto si estende così, senza soluzione di continuità, dal Monte Leone fino alla Punta d'Arbola, per più di ottomila ettari, confinanti ad Est con l'Alta Valle Formazza, a Sud Est con la Valle Antigorio, a Sud con la Val Divedro, a sud Ovest con la Valle del Sempione, a Nord con le valle laterali della valle del Rodano, dove si trova la gemella Riserva Binn.
Risultato di un lungo cammino iniziato nei primi anni del secolo, il primo nucleo del parco è nato alla fine degli anni Settanta per tutelare l'Alpe Veglia, ma è solo l'inizio degli anni Novanta che finalmente anche l'area del Devero è diventata Parco Naturale.

Incuneato tra il Vallese e l'ossola, da sempre il territorio del parco ha costituito una comoda via di passaggio di merci tra Nord e Sud; non a caso, le prime tracce della presenza umana risalgono alla prestoria.

Di grande rilevanza sono i ritrovamenti archeologici effettuati nella Piana del Veglia risalenti al periodo del mesolitico (circa 9.000 anni fa).

Sin dal Medioevo, i pascoli dei due alpeggi sono stati intensamente sfruttati dagli abitanti del fondo valle, che, nel corso dei secoli, hanno modificato profondamente il paesaggio naturale, piegandolo ai propri bisogni: incanalando le acque, bonificando i paludosi, limitando il sottobosco di mirtilli e rododendri per aumentare la  superficie coltivabile, costruendo nuclei abitativi.

La piana del Veglia è dominata dal Monte Leone, poderosa vetta che rappresenta il punto culminante delle Alpi Lepontine.  

L'interesse turistico per questi luoghi nasce verso la fine del '900, incentivato dalla moda dei viaggi, delle esplorazioni alpine e, non ultimo, dalla scoperta di una fonte di acqua minerale ferruginosa all'Alpe Veglia.
Vengono costruiti i primi alberghi e il flusso dei turisti continua ad aumentare fino ai nostri giorni.
Ma, nonostante le modifiche apportate dall'uomo e dalle variazioni climatiche, il fascino e la bellezza di queste vallate si sono conservati integri e la loro preservazione è compito primo del Parco, accanto alla valorizzazione del lavoro delgli alpigiani.