La Valle Divedro situata nell'alta Ossola deve il suo nome al fiume che l'attraversa, il Diveria, si forma nel territorio svizzero all'altezza di Al Gaby, dei torrenti Krummbach nasce in Sempione e Laquinbach che scende dalla catena del Weissmies, prosegue attraverso le Gole di Gondo sino a Varzo confluendo poi a Crevoladossola nel Toce.
Dal Passo del Sempione la Valle si estende verso Simplondorf, Al Gaby, Gondo, Iselle ( frontiera svizzera - italia), Varzo centro della Valle, e infine Crevoladossola (Ponte napoleonico).
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Storia della Valle di Vedro
Situata lungo la via del Sempione, la valle Divedro e stata un'importante tappa e punto di ristoro per i numerosi viandanti e mercanti che transitavano per il valico del Sempione.
Circa 8000 anni fa terminò l'ultima grande glaciazione (Il Wurm) e dunque si presume che i primi abitanti della valle furono Etruschi e Liguri, non i Celti che arrivarono solo successivamente.
La Valle Divedro fu abitata sin dal 2000/1500 AC. Diverse popolazioni si susseguirono: per primi i Liguri , i Celti e i Leponzi. Da questi ultimi deriva il nome delle Alpi Lepontine. All'epoca dell'imperatore romano Augusto, Varzo apparteneva alle Alpi Attrezziane.
I Leponzi erano un'antichissima popolazione dell'Italia, stanziata sulle Alpi Lepontine sin dall'Età del bronzo.
Nella prima Età del ferro tra il IX e il IV secolo a.C. produssero la Cultura di Golasecca. Adottarono la scrittura dagli Etruschi sviluppando dal VI secolo a.C. l'alfabeto leponzio.
I Leponzi erano in origine una popolazione non indoeuropea affine ai Liguri. Nella seconda età del ferro dal IV secolo a.C. si mescolarono ai Celti scesi in Italia, adottando nella loro lingua Lepontico molti termini della lingue celtiche.
Al tempo della conquista dei romani occupavano la val d'Ossola, l'alto Ticino e il Varesotto. Il loro territorio confinava a est con gli Orobi di Como, a nord con i Reti, a sud con gli Insubri di Milano e i Levi di Pavia, a ovest con i Taurini di Torino e i Salassi del Canavese.
La loro città principale si chiamava Oscela che i romani ribatezzeranno Oscela lepontorum, e oggi è la città di Domodossola.
Amministrativamente, fanno parte della Valle Divedro, solo i comuni di Varzo e di Trasquera.
All'altezza di Varzo la valle da stretta e con pareti scoscese si allarga improvvisamente. A questo fattore morfologico si deve l'origine celtica del nome VARZO, ovvero "VARGO" che significa "Varco nella valle"; modificato poi nel latino VARTIO-VARTUM.
Dal centro di Varzo si diramano, quasi a raggera, le strade comunali. Una di queste porta sino a San Domenico, nota meta sciistica e frazione che sorge ai piedi del parco naturale Alpe Veglia.
Prima del confine con il territorio svizzero è situata l'ultima frazione, Iselle di Trasquera, appartenente appunto al comune montano di Trasquera.
Il nome Trasquera si dice derivi dal latino TRANS (al di là, oltre) e dal termine pre-romano KAR(rupe, roccia): perciò starebbe a significare "Al di là della rupe". Ma l'origine del nome attuale potrebbe anche derivare dallo spagnolo con il significato di "entrata ai pascoli" ed effettivamente molti cognomi tutt'ora esistenti hanno un suono decisamente spagnoleggiante.