Le terre che compongono la nostra valle per conformazione orografica e per il clima non sono mai state in grado di poter garantire l'autosufficienza alimentare. La cucina locale ha subito parecchie influenze, non ultima quella portata dalla massiccia immigrazione legata alla costruzione della galleria del Sempione. La gastronomia locale è fatta per lo più piatti tipici della cucina ossolana in generale. Portate ricche di sapore e anche di calorie ma, come per tutte le cose, vale la saggezza e la moderazione: è evidente che non mangerete tutti i giorni questi piatti ma, quando ve li concederete, fatelo con gioia pensando ai ricordi e all'atmosfera che la nostra stupenda valle vi ha lasciato. Le ricette qui descritte sono un piccolo esempio della cucina offerta dalla valle Divedro agli amanti della gastronomia ossolana.
Crostini al lardo e miele con salamino d’asino
Dosi e preparazione: 8 fettine di pane nero 100gr lardo miele q.b. Ridurre a piccoli quadretti il pane, spalmarlo di miele, disporre su ogni pezzo una fettina di lardo e infornare per 2 minuti a 180°e accompagnare con fette di salame d’asino.
Pasta rustia:
Dosi per 4 porzioni e preparazione: 300gr di pasta corta. 200 gr.di patate, 4 spicchi aglio, 100gr burro e sale e pepe q.b. Fare cuocere la pasta e le patate tagliate a fette. Una volta cotte farle saltare in un tegame con l’aglio dorato nel burro. La pasta deve risultare perfettamente asciutta e con crosticina croccante. Nota bene: alcune ricette vedono l’aggiunta di cornetti ( bascian) e formaggio grasso dell’alpe ricorda che……ci cu macia ai, u crèpa mai ( chi mangia aglio non muore mai).
Cuchêla:
Premessa:
La cuchêla piatto tipico per eccellenza della Valla Divedro è oggetto di continue discussioni, legate agli ingredienti che la compongono. Si dice, infatti, che il piatto inizialmente fosse composto di sole patate cotte nel burro, poi in un secondo tempo, arricchito di pancetta salamini e costine di maiale, mentre alcuni valligiani dicono che fanno parte della ricetta originale anche verdure quali carote e cornetti ( Bascian).
Dosi per 4 persone e preparazione:
800gr di patate, 500gr costine, 4 salamini, 200gr pancetta, 200gr burro. In un tegame di pietra ollare ( da noi chiamato ul lavènsc) o nel classico paiolo di bronzo( brûnzin ) far rosolare il burro, disporre a strati gli ingredienti e salare leggermente. Coprire con un coperchio pesante e lasciare cuocere a fuoco dolce per circa 2 ore e 30 senza rimestare, ma scrollando di tanto in tanto. Portare il tegame al centro della tavola e servirsi direttamente. Il piatto ai tempi era cotto coprendo il tegame quasi interamente nella brace del camino e lasciato per tutta la giornata.
Ricordatevi però……………………….
Ci u raspa sü, us maria pü
( Chi raschia il fondo delle pentole non si sposa più).
Torta di noci:
Dosi per 8 persone e preparazione: 400gr di farina bianca, 150 gr di noci sminuzzate, 250 gr di zucchero, 200gr di burro, 4 uova e 1 bustina lievito.
Sbattere i tuorli con lo zucchero. A parte, montare a neve gli albumi, unirli al composto un po’ alla volta insieme alla farina, il lievito e le noci. Versare in una tortiera imburrata e infarinata e lasciare cuocere a 180° per circa 1 ora.
Caffè del paiolo ( dul pariulign)
Il prezzo elevato del caffè indusse, come in altre zone d’Italia, a scoprire semi che, torrefatti, potessero prolungare la durata in dispensa.
Dosi e preparazione: 3 l di acqua, 1 cucchiaio abbondante di olandese, 250 gr di caffè da macinare e zucchero q.b.
In un paiolo, possibilmente di rame, portare a bollore l’acqua, aggiungere quindi un cucchiaio di olandese ovvero cicoria torrefatta, quindi il caffè macinato al momento. Come riprende il bollore, togliere dal fuoco, mescolando bene. Aggiungere un mestolino di acqua fredda e lasciare il paiolo vicino al fuoco fino a che cicoria e caffè sono sedimentati. Versare quindi il caffè con l’aiuto di un mestolino e di un passino, a piacere aggiungere al caffè della grappa oppure un pezzetto di burro.