L'oste assassino

Si era negli anni Quaranta deI 1600. La grande epidemia di peste, aveva attraversato l'Ossola con la furia di un ciclone maledetto, mietendo vittime in tutti i paesi.

A quel tempo, nella massiccia Torre di Gondo, saliti i pochi gradini di pietra che conducevano al grande portale, appena entrati, sulla destra si aprivano i locali di un'osteria frequentata dai numerosissimi ed eterogenei viandanti che a quell'epoca affrontavano a piedi o a cavallo, il passo deI Sempione.

L'oste era un certo Pera di Trasquera che coi fratelli si era trasferito in Vallese: lui a Gondo e i fratelli in Val Vaira.

Era un uomo alto, massiccio, dal viso rubizzo in cui spiccavano occhi piccoli, neri, mobilissimi, dall'espressione torva. Un paio di baffi ispidi e spioventi, incorniciavano una bocca larga in cui i radi denti erano sempre visibili in un sogghigno beffardo.

Il cranio completamente calvo e lucido, era perfettamente rotondo, come una gigantesca palla da bigliardo.Le braccia pelose mostravano muscoli guizzanti sotto pelle e tesi come se fossero d'acciaio. La sua voce era sgradevole come la sua risata, pronta a sottolineare le oscenità e le invettive che uscivano a getto continuo dalle sue labbra tumide e carnose.

Dopo tanti anni, i Vallesani avevano deformato il suo nome in Peira e con quel nome tutti lo conoscevano come trafficante, ladro ed estremamente violento fino all'assassinio.

Qualche mese addietro, era partito da Santa Maria Maggiore in Val Vigezzo, dove viveva con la famiglia, un ricco mercante, Giacomo De Bernardis, originario di Buttogno. Era parente di un famoso intagliatore di Iegno che dopo aver Iavorato a Iungo in Ossola, si era trasferito in Svizzera.

Giacomo, all'epoca, era un bell'uomo sulla quarantina, con un corpo ancora asciutto e slanciato. Aveva capelli neri ondulati, qua e Ià striati d'argento e occhi scuri e profondi, con una Iuce intensa che rivelavano un carattere forte e un animo buono, in un viso dai Iineamenti regolari.

Aveva sposato Marianna Balcone di Santa Maria, piu giovane di lui di qualche anno: dalla loro unione erano nati due figli che ora avevano quindici e tredici anni.

De Bernardis un paio di volte all'anno, si recava all'estero, sulla sua cavalcatura, per seguire i suoi affari commerciali e restava Iontano dalla famiglia un paio di mesi.

Questa volta stava per rientrare a casa passando dal Vallese e dal Sempione. Tramite i corrieri che trasportavano Ie merci, aveva fatto sapere alla moglie che sarebbe stato a Santa Maria Maggiore, il lunedì seguente: ma in quel giorno non arrivò e nemmeno nei cinque giorni successivi.

La moglie, all'inizio attese, poi incominciò ad essere agitata e pervasa da una sottile, fredda sensazione di angoscia. Era una donna forte, di carattere dolce ma fermo, abituata ormai alle assenze e, qualche volta, anche ai ritardi deI marito: ma questa volta, un sesto

senso Ie diceva che qualcosa di inquietante era successo al suo uomo. La brutta fama deI Peira, Ia al confine, era eonosciuta in tutta l'Ossola, da quanti, per affari e per commerci, erano piu volte transitati dalla sua osteria. Dopo il quinto giorno di vana attesa, Marianna decise di andare di persona incontro al marito.

Si fece portare a Varzo, sulla sua carrozza. Qui giunta rimandò indietro il veicolo coi suoi servi e, rimasta sola, col coraggio deI suo carattere e del dolore per quello che poteva essere successo a Giacomo, si recò in una locanda di Fontana. Con l'aiuto die locandiere, si procurò un asino e pretese, per la sua cavalcatura, una sella fra le piu sgangherate e scomode che potè trovare: quindi si incamminò verso il confine. Arrivò nel pomeriggio a Gondo mentre nel suo cervello strisciava subdolo un pensiero fisso che la tormentava mortalmente.

Scese dall'asino ed entrò coraggiosamente nella taverna. Quando il Peira le si parò davanti in tutta la sua ributtante bruttezza e trivialità, istintivamente sentì dentro di sè montare l'odio e l'ira come una nube rossa e ribollente: cercò di dominarsi e riuscì persino a sorridergli.

L'uomo vedeva davanti a se una donna giovane, molto bella, con occhi blu fiammeggianti sotto lunghe ciglia, in un viso dai tratti decisi, dalla pelle delicata, incorniciato da capelli bruni, lisci, raccolti elegantemente sulla nuca.

I vestiti lunghi e scuri, ma di fine fattura, facevano indovinare un corpo perfetto, alto e slanciato.

L'uomo restò per qualche secondo interdetto: Marianna se ne accorse e ne approfittò subito per tendere la sua trappola. Sempre con un sorriso dolce ed amichevole sulle labbra che scoprivano una chiostra perfetta di denti candidi, chiese a quell'energumeno, se per caso avesse una seIla da venderle, essendo la sua, ridotta assai male.

Il Peira, subodorando l'affare, la condusse in un locale, dove si trovavano parecchie seIle e la invitò a scegliere quella che meglio le si addiceva.

Marianna fece scorrere un rapido sguardo attorno al locale e per poco non si sentì mancare: vide e riconobbe subito la sella di suo marito; questa scoperta significava una sola cosa: il suo uomo era morto per mano dell'oste che lo avrà senz'altro prima derubato dei suoi averi.

La fitta di dolore che le attraversò il petto, fu bruciante, devastante, ma l'onda montante dell'odio, prese il sopravvento: capì che se voleva avere vendetta, non doveva lasciarsi andare.

Penso ai suoi figli, alla sua casa, al marito che non sarebbe piu tornato e una fredda determinazione si impossessò di lei. Seppe dominarsi e, sentendosi gelare il cuore, chiese al Peira di comperare proprio quella sella.

Lo pago bene, lo gratificò di un altro sorriso, uscì sulla strada e, dopo aver sellato l'asino, prosegul il suo cammino verso il Sempione Villaggio.

Appena fu lontana abbastanza per non essere più in vista, diede libero sfogo al proprio dolore: pianse e pianse ancora la morte deI suo buon Giacomo, il tenero compagno della sua vita, il padre dei suoi figli.

Ricordò il loro passato assieme, dal primo incontro all'ultima partenza che non avrebbe più avuto ritorno. Pensò con struggente amarezza al suo futuro senza più il suo uomo al fianco e il suo grande dolore, anziché stemperare l'odio per quell'assassino, lo moltiplicò all' infinito.

Era ormai sera quando arrivò al Dorf. Si recò subito a casa die Magistrato deI Villaggio, al quale raccontò dell'omicidio deI marito per mano deI Peira e come prova inconfutabile, portò la sella dell'ucciso.Il Magistrato non stentò certamente a credere alla donna, poichè la fama deI Peira come ladro e assassino era ben nota anche al Dorf e assicurò quindi il suo intervento. Marianna fu accompagnata in una buona locanda dove venne rifocillata e fu provveduto per darle degno alloggio per la notte.

AIl'alba il Magistrato ordinò a quattordici soldati, di scendere a Gondo e arrestare il Peira.

Questo, alla vista dei militari, fuggì nascondendosi sulle rive della Diveria che scorre ai piedi deI paese. I militari, agli ordini deI loro comandante, si sparpagliarono e lo circondarono snidandolo. Peira si ribellò, lottò con tutta la sua forza enorme: i quattordici soldati dovettero impegnarsi anche con la minaccia delle armi per avere ragione di lui. Qualcuno fu ferito nella colluttazione, ma alla fine Peira dovette cedere.

Fu legato come un toro infuriato e condotto al Dorf dove venne processato di fronte alla vedova e a tutti gli abitanti deI Villaggio. Tentò di difendersi, vomitando insulti e minacce contro tutti, ma fu condannato a morte per impiccagione.

La sentenza venne eseguita il giorno dopo, nella piazzetta di Gondo, di fronte alla Torre.

Solo quando vide il corpo penzolare esanime dalla forca, Marianna Balcone, ora vedova De Bemardis, noleggiò una carrozza e tornò a Santa Maria, portando con se, come estremo ricordo, la sella del marito assassinato.

La morte deI Peira, segnò per sempre la fine di rapine e uccisioni a Gondo e i viandanti deI Sempione, continuarono a transitare, ma finalmente in santa pace e in tutta tranquillità.